Le donne viste dalle donne

Sulla libertà di scelta di noi donne… 
Esiste davvero?

© DameVerte Photography Studio

Viviamo veramente una situazione dove poterci sentire libere da condizionamenti esterni?

Leggendo alcuni commenti alle notizie riguardanti certe tipologie di mestieri (la velina, la modella, la showgirl, etc continuando su questa strada) e sui giocattoli sessisti (preludio di un’altrettanta sessista e stereotipata adolescenza) mi sono domandata quanto questi modelli, presenti costantemente nella nostra vita, influenzino le nostre scelte personali e i nostri stati d’animo.
Quante di noi si sono sentite ripetere di essere un po’ “sciatte” e di quanto fosse  importante (per noi donne) occupare del tempo nella cura del nostro aspetto? …E  che, se non l’avessimo fatto, probabilmente, avremmo trascorso una vita grama e solitaria, senza un uomo al nostro fianco?
Quanto spendono le donne, in generale, per il loro aspetto fisico e per uniformarsi al livello “estetico” richiesto per poter essere definite “accettabili” e non in senso fisico, ma proprio in senso sociale?
Quanto sarà libera, una donna, di scegliere la propria carriera e il proprio percorso di vita, senza lasciarsi influenzare da anni di “cuci e stira”, “cucina e lava”, “Gioca alla brava e mansueta massaia”, o dai: “Diventa bella anche tu, truccati come [nome della star di turno].”, o “Quattro regole per essere sempre in forma e piacere al tuo lui”, “Dimagrisci per essere più bella”, “Che lavoro farai da grande? L’attrice, la cubista o la modella?”.
Prendiamo in analisi quest’ultima opzione: come potrà crescere una bambina che si vede proporre solo queste ipotesi?
Come potrà sentirsi, se non legittimata (o forse farei meglio a scrivere “indotta”) ad anteporre il proprio aspetto fisico a tutto il resto che farà parte di lei?
Quanti “cervelli” abbiamo perso, proponendo continuamente stereotipi sessisti di questo genere e quanto sono state influenzate le vecchie e le nuove generazioni da simili modelli?

Come dovrà sentirsi sbagliata e strana un’adolescente che desideri fare la scienziata, la scrittrice, la manager, sapendo che la “strada giusta da seguire” è quella di scoprire l’ombelico, vestirsi alla moda per potersi fare largo nel mondo!
E come si sentirà profondamente a disagio, una donna che non desideri avere figli e, magari, neanche un marito, visti i costanti insegnamenti che “la felicita di una donna passa solamente attraverso quella di un uomo o dei propri figli”. Perché è egoista pensare per sè.
La nostra felicità viene sempre posticipata ed è magicamente racchiusa in una confezione di ammorbidente o tra le trame della stoffa di un tanga colorato.
Perché si sa, secondo la nostra società sono queste piccole cose a cambiare la vita di noi donne.

2 Comments

  1. Non si sentirà sbagliata o strana una donna che “ambirà” a fare la scienziata, la manager o la scrittrice, nn si sentirà sbagliata o strana nemmeno se si “accontenterà” di fare l’operaia, la portinaia o la badante, perchè si accorgerà di aver già utilizzato il proprio cervello ( e non le proprie curve) per arrivare laddove già si trova.

  2. Ho trovato il vostro blog su google e sto leggendo alcuni dei tuoi post iniziali. Il tuo blog è semplicemente fantastico.

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