Le donne viste dalle donne

Sei donna e non sai cosa leggere? Ma un bel libro d’amore… – Ovvero: buone e cattive pratiche di lettura

Il logo della collana Rizzoli "You feel"

Scrivo questo post a costo di andare controcorrente.
Su numerosi blog di lettura ho trovato, in questi ultimi giorni, la pubblicità entusiasta di una nuova collana di ebook al femminile lanciata dalla casa editrice Rizzoli.
Si chiama “You feel” e raccoglie racconti inediti e libri brevi di scrittrici emergenti suddivisi in quattro filoni, o “mood” (dall’inglese “come ti senti”), basandosi sul principio che le lettrici dovrebbero scegliere il libro da leggere a seconda di “come si sentono” in quel momento.
Sono dell’idea che qualsiasi lettore o lettrice scelga un libro a seconda dello stato d’animo del periodo, del giorno, o anche solo dell’ora in cui decide di dedicarsi alla lettura, perciò trovo, in parte, superfluo che sia Rizzoli a doverci guidare in questa decisoone.
Un po’ come se noi donne non fossimo in grado, dalla trama, di decidere da sole se quel libro potrà essere, o meno, adatto al nostro modo di sentirci in quel momento: ci deve essere qualcun altro che lo fa per noi.

Vorrei, però, concentrarmi sulle categorie di “sentimenti” proposti.
Considerato che il logo “You feel” è una scritta rosa con un cuore, potremo immaginarci tutt* l’indirizzo della prevalenza dei libri; infatti i filoni sono: Romantico, Ironico, Erotico ed Emozionante.
Nessun saggio. Nessun libro d’attualità. Nessun trattato o libro storico.
Questi sono i primi (e non so se saranno gli ultimi) “mood” proposti alle donne da Rizzoli, i primi quattro sentimenti che sono venuti in mente ai loro creativi.
Molte case editrici continuano a relegare noi donne ad una sorta di “macchietta” in preda alle emozioni ed agli istinti, incapaci di logica e ragionamenti (perchè non proporre libri di tutt’altro genere?).

Alcune copertine degli ebook della collana "You feel"

Anche le copertine dei libri non scherzano. Non mi soffermerò sui contenuti letterari, in quanto non conosco le autrici pubblicate, ma vorrei fare notare come reggano stereotipi ancora imperanti anche nella grafica editoriale: varie gradazioni di rosa intervallate da cuori, richiami alla coppia o al sesso (in alcune copertine ammiccanti pezzi anatomici femminili fanno dedurre il tema erotico del racconto) o a problemi amorosi.
Perchè, a quanto pare, questo è il tipo di letture di cui le donne hanno bisogno: chi, al giorno d’oggi, sogna ancora di fare carriera? Chi desidera poter essere indipendente ed emancipata? No, secondo “You feel” noi donne vogliamo sognare l’Amore, il principe azzurro e poter parlare con le amiche delle ultime fatiche erotiche (i titoli di questa sezione richiamano molto un pensiero altamente sessista e maschilista dell’atto sessuale) o dei problemi del/col nostro compagno/marito/fidanzato. Tutto molto innovativo! Perchè le donne dovrebbero voler pensare ad altro?
Vorrei domandare: ma Rizzoli è a conoscenza del fatto che molte donne non si limitino alla lettura di romanzi rosa o erotici, ma anche di saggi, gialli, libri di medicina?

 

Tutto ciò avviene mentre esistono case editrici come Settenove, (fari luminosi nel mare in tempesta) che lottano per combattere gli stereotipi, partendo dalla letteratura per l’infanzia e arrivando a letture per i “più grandi”, pubblicando libri che facciano crescere bambini e bambine con un’idea diversa e più autentica di sé, degli altri e del mondo, discostandosi da ciò che ci è stato insegnato fino ad ora.
Sul sito si può leggere: “Settenove affronterà la discriminazione e la violenza di genere attraverso tutti i generi letterari: dal saggio al romanzo al libro per ragazzi. E porrà un’attenzione particolare alla narrativa per l’infanzia, raccogliendo il meglio della letteratura infantile europea di stampo non sessista e il meglio delle “buone pratiche” per il superamento del gender gap, adottate dai Paesi che hanno fatto delle pari opportunità un baluardo dello sviluppo culturale della propria nazione.”
Quelli di Settenove sono libri in cui si racconta che il rosa non è l’unico colore che debba piacere alle bambine, come in “C’è qualcosa di più noioso che essere una principessa rosa?” della scrittrice Raquel Dìaz Reguera, oppure del fatto che anche una bambina possa amare i super eroi e i giochi definiti “da maschio” come Cloe in “Mi piace spiderman, e allora?” della cara Giorgia Vezzoli.
Si propongono veri percorsi di educazione alla differenza di genere e per sconfiggere gli stereotipi, vengono proposti libri molto innovativi sul pensiero femminista, come “Meat Market” della giornalista inglese Laurie Penny.

Mi domando, allora, di fronte a questi grossi tentativi di discostarsi dal “pensiero unico” sulle donne irrazionali (e gli uomini razionali) che richiama addirittura gli scritti dell’antica Grecia, come mai Rizzoli, invece, torni indietro di cinquant’anni proponendo a noi donne una collana di ebook con titoli esclusivamente “sentimentali”.

Mentre sul sito della casa editrice vengono proposti percorsi di lettura che riguardano “la violenza sulle donne” (che, come sappiamo, è ormai diventata un brand sfruttato da qualsiasi marchio in qualsiasi settore), ecco un passo indietro che fa nascere una collana come “You feel” di cui, a parere mio, non avevamo bisogno (stiamo sopravvivendo a decenni di pubblicazioni di Harmony e siamo sopravvissute ai manuali di economia domestica), in quanto non fa altro che etichettare nuovamente noi donne come capaci di sole letture “sui sentimenti”.

6 Comments

  1. una donna può sognare l’amore (come può sognarlo un uomo) ed essere emancipata, avere un lavoro, amore e libertà non si escludono secondo me ci deve essere spazio per tutti, le storie d’amore esistono e vanno raccontate: poi una donna (e pure un uomo, perchè no?) può leggere un romanzo d’amore (o erotico) harmony o no (faccio notare che anche addio alle armi è una storia d’amore ma ogni romanzo è anche una storia di sentimenti: 22/11/’63 di King e Storia dell’assedio di Lisbona di Saramago sono due grandi storie d’amore romantiche e struggenti) e anche erasmo da rotterdam..insomma nella vita si può variare:io al cinema mi appassiono alle commedie romantiche come agli horror splatter, entrambi raccontano l’umano. Spesso si fa l’equazione: romanzo sentimentale = melenso ma non è vero, non sempre

  2. Non capisco dove sta il problema. Siamo inondati da libri di ogni genere. Il mondo è fatto di donne con caratteri ed interessi diversi e accettare la diversità è sinonimo di intelligenza. Io amo la letteratura classica e i libri di un certo spessore, ma ci sono momenti in cui voglio sorridere e perchè no, anche sognare. Adoro il cinema d’autore anche se ovviamente non sbanca i botteghini, ma ho visto almeno 10 volte “C’è posta per te” con Meg Ryan perchè ci sono giorni in cui dopo aver affrontato dure battaglie nel quotidiano perchè sei una madre divorziata che manda avanti una famiglia essendo a capo di un’azienda dove devi importi su tutto e tutti per farti rispettare, ecco, di tanto in tanto, nel tuo privato, non ti va di leggere guerra e pace o le affinità ellettive o le migliaia di saggi che fanno riflettere sulla realtà quotidiana che il più delle volte è dura, schifosa e dolorosa. Ci sono spaccati in cui senti l’esigenza di rilassarti e sorridere davanti a un film che non sia di spessore o ad un libro che non costringa le tue sinapsi a lavorare h24. E allora il mondo è bello proprio per questo, perchè grazie al cielo c’è sia questo che quello e abbiamo la libertà, grazie a queste storie divertenti, di sorridere e sognare almeno un po’ tanto per psicoanalizzare la realtà c’è sempre un mondo di possibilità, basta aprire la porta di casa ed uscire e spesso anche solo tenerla chiusa!
    Rilassati mia cara femminista, noi donne ci siamo prese quello che volevamo più di quanto pensi. a mio avviso dovresti deporre le armi e ti accorgeresti che essere donna significa lottare per i nostri diritti come abbiamo fatto, facciamo e continueremo a fare, ma anche regalarci una pausa con la lotta così da ritemprarci per essere pronti per la battaglia di domani. A mio avviso la You Feel della Rizzoli ci permette di fare proprio questo.
    Quando ero ragazzina le mie compagne di classe leggevano Liala che a quei tempi sgominava sul mercato del femminile. Ho provato a leggerne uno e non sono riuscito a finirlo perchè rischiavo il diabete per l’eccesso di zuccheri. Io leggevo la Fallaci, Nice, Goethe, Maugham e così via. Le mie compagne deliravano per Piccola Ketty dei Pooh e io ascoltavo Auschwitz di Guccini, loro piangevano per La Febbre del Sabato Sera, io piangevo per Sinfonia d’Autunno con la Bergman. Eppure siamo diventate donne entrambe, magari un po’ diverse, ma diverse non vuol dire sceme, e sai che ti dico? Ora che ho passato i cinquanta, nonostante sia contenta delle mie scelte letterarie del passato e del presente che sono rimaste inalterate, sotto l’ombrellone mi rilasso con uno di quei romanzi appena usciti perchè almeno in vacanza voglio staccare e sorridere, tanto, i problemi sono comunque lì ad aspettarmi appena torno in città, ma almeno in vacanza voglio regalarmi un sorriso perchè me lo merito, non fosse altro perchè sono una donna!!!

  3. Io sono completamente d’accordo con l’articolo, invece.
    Vorrei far notare a Silvia che i problemi non spariranno leggendo una storia d’amore al mare, nè ti renderanno più felice.
    Più felice è la consapevolezza di essere indipendente e non dover desiderare di sentirsi completi grazie a qualcun altro, che è un po’ quello che ci insegnano questi romanzi “rosa”. Come se le donne non sapessero pensare con la loro testa!
    Vorrei fare notare al Conte che questi ebook vengono spacciati esclusivamente come letture femminili… quindi sì, i romanzi romantici possono leggerli anche gli uomini, ma com’è che vengono pubblicizzati sempe e solo per donne? Direi abbastanza incoerente…

    In ogni caso, sono dell’idea che il “mia cara femminista” sia da considerarsi un complimento, non di certo con uno sfregio: meno male che ci sono persone capaci di notare che, inondati come siamo di romanzi “rosa” spacciati come “letteratura al femminile”, avremmo tutti bisogno di ben altro.
    E magari non di smettere di pensare quando siamo al mare, ma di qualcosa che ci aiuti a riflettere di più, perchè guardiamo dove ci ha portati il “non pensare” oggi… di certo non in una bella situazione!

    E le donne avranno conquistato qualcosina… ma neanche così tanto!

  4. Anche io d’accordissimo con le parole del blog! Sono una donna e non sono interessata a questo genere di letture, anzi! Leggo tutt’altro.
    Sono stanca di sentire certi stereotipi come quelli descritti nei commenti e nei libri rosa.
    Nessuno dice che una persona non possa rilassarsi con un libro leggero, ma che i romanzi d’amore siano sempre venduti come romanzi per le donne non mi sta bene!
    Nell’articolo nessuno dice che chi legge questi romanzi sia scemo, ma solo che, forse c’è bisogno anche di altro per sostenere certe lotte che ancora stiamo facendo e che le case editrici danno ben poche alternative di lettura a noi donne: avete mai visto collane di saggi con scritto “una collana al femminile”? Non mi pare…. O libri di scienze con la stessa dicitura?
    Questo si sottolinea e contro questo si combatte. Perciò basta coi discorsi contro il femminismo che, invece, dovremmo solo ringraziare per le libertà che ci ha donato e cominciamo a cambiare le cose.

  5. Ho fatto le lotte femministe degli anni ’70 e non mi sono mai riconosciuta in questo genere di letteratura. Ognuno è libero di decidere cosa leggere, ma nel 2014 direi che non avevamo proprio bisogno di un’altra collana di libri etichettati come “al femminile” per spacciare nuovamente i “romanzi rosa” come esclusiva letteratura da donne.
    La signora che scrive di avere cinquant’anni dovrebbe essere concorde con me, sul fatto che di lotte ne abbiamo fatte tante per conquistare dei diritti indispensabili e che, purtroppo, vengono costantemente messi in discussione.
    Anche una collana di questo tipo, che nasce in un periodo di grosso fermento sociale e di rivendicazioni delle donne, si propone come un grosso rallentamento sulla strada verso la parità tra uomini e donne.
    Trovo il post molto sagace e molto significativo.

  6. I primi due commenti mi sembrano scritti da chi l’articolo non l’ha neanche letto.
    Viene sottolineato come molte case editrici (come in questo caso Rizzoli) creino nuove collane di romanzi rosa o erotici definendoli di appannaggio “solo femminile”.
    Viene fatta un’analisi di come, di queste collane, ne esistano già moltissime e di come sarebbe utile dare una svolta anche alle tipologie di libri proposti.
    È importante svagarsi, ma è altrettanto importante farlo in maniera consapevole.
    È ironico leggere ancora commenti come “Rilassati mia cara femminista” e, onestamente, mi fa anche un po’ tristezza sia una donna a scriverlo. Una donna che dovrebbe poter dire: esistono tantissime collane di libri rosa… Perché non ci dedicate qualcos’altro? Noi non siamo solo quello!
    Anche l’analisi delle copertine l’ho trovata azzeccata e mirata. Proporre un altro genere di grafica editoriale è tanto complicato? Perché abbinare sempre a noi donne il rosa e i cuori?
    E perché ancora quelle maledette foto di donne che non hanno una testa, ma che ammiccano (come viene scritto nel post) con una sola parte del corpo?

    Vorrei spezzare una lancia a favore di Settenove, che nessuno nei commenti ha menzionato. Io ho cominciato a comprare alcuni dei loro libri per i miei figli e sono entusiasti!
    Trovo che come casa editrice indipendente stia facendo un lavoro splendido e mi fa piacere venga sottolineato in articoli come questo.

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